Gracia Nasi, figura di donna ancora poco esplorata, nata nel 1510 – un anno dopo la scomparsa della “Leonessa
della Romagna” – viene collocata da Muzzarelli accanto a quella più famosa di Caterina Sforza, restituendoci l’idea
di una partecipazione femminile alla vita sociale e culturale, che va al di là dell’offerta di singoli “medaglioni” isolati
di donne illustri. Gracia Nasi, infatti, rimasta vedova a meno di trent’anni e costretta a lasciare prima la Spagna e
poi il Portogallo in quanto ebrea, prese in mano le redini dell’azienda che si occupava di traffici internazionali, della
sua famiglia e di un gruppo di correligionari, conducendoli, fra alterne e anche drammatiche vicende, nel porto
sicuro di Costantinopoli, terra di rifugio e di restauro di un’identità ebraica, altrove sottoposta ad attacchi. E, come
Caterina, è una figura emblematica del protagonismo femminile di quell’epoca.
Maria Giuseppina Muzzarelli
Docente di Storia medievale, Storia delle città e Storia e patrimonio culturale della moda all’Università di Bologna, è uno dei quindici studiosi che compongono il comitato scientifico di “Passato e presente”, il programma Rai di Paolo Mieli, oltre che sua abituale ospite. Ha pubblicato numerosi libri con Il Mulino e Laterza.
